Perché scrivo un blog.

A me non è mai piaciuto il termine travel blogger e non mi sono mai piaciute le definizioni. Forse perché dietro ad una definizione si trascinano un sacco di aspettative.

Io non ho la costanza che dovrebbe avere chi scrive un blog. Non sono brava ad accattivare il lettore coi social, tanto che ho pure litigato con qualcuno di loro (vedi twitter, con cui ho un rapporto di amore/odio). E infine, sono una che ha sempre fatto il contrario di quello che era richiesto dalla circostanza.

Ma amo viaggiare, più di ogni altra cosa. Più dello scrivere, anche.

Preferisco vivere pienamente il momento, fermandolo con un’ immagine magari, piuttosto che raccontarlo a parole su un pezzo di carta.

Ecco perché non sono una blogger. E ancora meno una travel blogger, perché di viaggi posso permettermene molto pochi purtroppo.

Eppure, quando sono giù, incastrata dagli eventi e da cause di forza maggiore (perché anche chi vorrebbe fare il contrario di quanto è richiesto dalle circostanze, ogni tanto deve adeguarsi) in un lavoro estivo che mi costringe allo stallo, allora per alleviare il mio travel blues, io viaggio con la mente.

Così leggo altri blog di viaggi, guardo immagini, cerco mete nuove, progetto la prossima partenza.

Mantengo viva la fiamma che arde dentro ogni viaggiatore, dentro ad ogni persona che probabilmente mentre legge queste righe riconosce quel bruciore alla bocca dello stomaco. Quelle farfalle nella pancia che abbiamo sentito tutti almeno una volta nella vita, quando ci siamo innamorati.

Del resto ho iniziato a scrivere questo blog in un periodo della mia vita in cui ero demotivata e stanca. Stanca di essere dov’ ero e di fare quello che facevo. E per salvarmi, ho pensato a quello che mi piace di più fare, alla cosa che mi rende felice come una bambina su una giostra.

Nel mio caso un blog diventa un contenitore di sogni, sogni condivisi. Emozioni prestate. Non è mai un obbligo, una scadenza da rispettare.

Piuttosto, scrivere diventa la risposta alla necessità di raccontare quello che ho visto, di diffondere la bellezza. Perché se c’è gente a cui di viaggiare non importa niente, ce n’è altrettanta che da un viaggio non torna mai veramente.

E la stessa cosa è successa a me, quando la prima volta che ho preso un aereo nel 2007, mi sono persa tra i vicoli sporchi e pieni di sorrisi a Zanzibar.

Ho provato a fermare un momento, a farlo durare più a lungo, ma non ha funzionato. Mentre guardavo il mare sulla spiaggia di Paje e mi sentivo piccola piccola davanti a quella Bellezza che mi emozionava, pensavo a quanto avrei voluto afferrare e far mia quella felicità.

Ho provato e riprovato e la risposta è che probabilmente non viaggerò mai abbastanza da sentirmi sazia.

Ci sarà sempre quel bruciore, quella spinta che mi farà andare anche quando penserò di non aver più energie.

In giorni come questo mi è chiaro perché scrivo un blog.

Perché dal quel primo viaggio non sono ancora tornata, e non voglio nemmeno saperne di tornare.

Tra le vie di Zanzibar

14 pensieri su “Perché scrivo un blog.

  1. Che belle parole, mi ci ritrovo moltissimo. E’ vero da certi viaggi non si torna mai, una parte di noi la lasciamo là, in attesa di recuperarla! “sono una che ha sempre fatto il contrario di quello che era richiesto dalla circostanza”, non posso che condividere in pieno 🙂

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  2. Bellissimo post in cui mi ci ritrovo in molti passi.
    Su tutti:
    “….non viaggerò mai abbastanza da sentirmi sazia.
    Ci sarà sempre quel bruciore, quella spinta che mi farà andare anche quando penserò di non aver più energie.”

    Idem

    Max

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  3. Uhmmmmm…. ho scritto io questo post?!?!? Non mi ricordo di averlo fatto, però ricordo igni singolo concetto che vi è espressi… quindi, se non ho scritto io il post ma mi ci ritrovo al 100%, significa che lo ha scritto qualcuno le cui idee sui viaggi, sui social e sulla vita in generale è motlo vicino al mio sentire.
    Che bello. Sono molto soddisfatta di averti trovata (ad essere onesti, sei tu che hai trovato me…. ma sono dettagli!!! :P…).
    A prestissimo…
    Elena

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  4. Che bel post Ilaria.. me l’ero perso!
    Io a sentirmi definire blogger a volte penso “Ma siamo sicuri?” però discutendone con qualcuno alla fine io ho un blog che parla di viaggi…quindi si può dire che sono una travel blogger.
    E chi se ne frega delle discussioni che ci girano attorno sul fatto che è un lavoro per alcuni e per altri no… il mio spazio è mio e mi appassiona più di quanto non lo faccia il mio vero lavoro, e per me questo è abbastanza.
    L’importante anche per me è viaggiare più che scrivere, la voglia di condividere è venuta dopo per caso e dico sempre che mi sono persino spaventata ad aver scoperto cosa c’è dietro ai blog.. mai me lo sarei aspettato!
    E’ bello condividere insieme a qualcuno la stessa passione, qualcuno che capisce quando dici che hai bisogno di partire 🙂 questo per me è l’aspetto migliore di aver deciso di aprire un blog 🙂

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  5. Ciao Ilaria, sono Valentina, stamattina per caso sono venuta a fare un giro da queste parti ed ho letto le tue parole. Che dire, mi hanno emozionato, mi ci ritrovo al 100%. Ho da pochissimo aperto il mio “contenitore”, sono una frana sui social, non scrivo mai in tempo reale ma in fondo chissinefrega, la cosa che mi piace di più è sapere che i miei momenti, quelli che ho deciso di condivedere, stanno sempre lì, a ricordarmi le emozioni di un paesaggio, gli imprevisti di un viaggio, i sogni ancora da realizzare e tanto altro, che diciamolo, molto spesso ed altrettanto facilmente rischiano sempre di finire schiacchiati dal peso della routine. Ecco il senso del mio blog, ricordarmi il valore dei sogni. Un abbraccio.

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